Esports: le ultime novità del settore
Esports
Il mondo dei videogame sta cambiando sempre di più. La concezione secondo la quale console e controller sarebbero puri strumenti di svago casalingo appartiene ormai a tempi antichi. La storia dei videogiochi è pluridecennale, oggi i titoli sono diventati molto più articolati e richiedono numerose azioni complesse a chi vi si approccia. Una volta bisognava solo cercare di superare le avversità proposte dall’intelligenza artificiale, adesso la maggior parte dei gamer gioca in modalità “multiplayer” online per affinare sempre di più la propria tecnica e scoprire nuovi stili. La dimensione agonistica vanta già migliaia di professionisti in tutto il mondo. In tanti hanno alle spalle dei veri e propri sponsor.
Anche il pubblico gioca la sua parte. Se non ci fosse tanto seguito, gli esports non verrebbero riconosciuti come un fenomeno mediatico globale. Si stima che nei prossimi anni dovrebbero aggiungersi alla platea altri 50 milioni di appassionati, che assistono ai grandi tornei sial dal vivo sia attraverso la rete, lì dove di fatto tutto ha avuto inizio. Prossimo obiettivo: le Olimpiadi. Da anni se ne discute, soprattutto perché il CONI ha approvato solo parzialmente gli esports, segno che in Italia la cultura del videogioco non è ancora del tutto sviluppata. Eppure, molti campioni di singoli titoli specifici provengono proprio dallo Stivale e attendono solo di farsi conoscere a livello internazionale.
C’è solo da poter migliorare
Le console next-gen quali PlayStation 5 e Xbox Series X/S non hanno ancora manifestato del tutto il loro potenziale e sono ancora in molti a sfidarsi a livello competitivo attraverso titoli più datati. Il futuro degli esports appare dunque roseo, stavolta anche per l’Italia, dove alcuni tornei hanno iniziato a trovare finalmente una serialità. FIFA, Rocket League, Call of Duty: i titoli con i quali potersi misurare a suon di combinazione di tasti non deludono mai. Le ultime novità tecnologiche hanno contribuito a rendere l’esperienza di gioco ancora più avvincente. Si pensi ad esempio alla chat di prossimità, che consente ai giocatori di parlare in game e di sentire più o meno accuratamente la voce di un altro player a seconda della distanza dei rispettivi personaggi controllati sullo schermo.
Per l’istituzione di una federazione ufficiali che regoli l’organizzazione del gaming sportivo anche in Italia è solo questione di tempo. La necessità di allinearsi alle norme europee seguendo l’esempio di altri Paesi si sta rendendo sempre più evidente. Non finisce qui, perché si sta già meditando di insegnare il gaming competitivo a scuola e all’università. Insomma, non è materia per bambini.
Anche le piattaforme di condivisione video aiuteranno ad alimentare il fenomeno. Ad oggi quella più legata al gaming è Twitch, che a breve darà una stretta anche allo streaming dedicato ai giochi virtuali da sala, così da lasciare più spazio a chi parla di veri e propri videogame. Se di questi tempi era ancora possibile imbattersi in qualche streamer intento a giocare al tavolo verde, bluffando al poker o applicando il metodo Martingala alla roulette, presto le istruzioni per compiere una “ruleta” a FIFA o “driftare” su Mario Kart prenderanno il sopravvento sul sito viola, così come ribattezzato simpaticamente da qualche gamer.
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