Il primo provvedimento ad hoc per l’industria 4.0 in Italia risale al 2016. In 6 anni molte cose sono cambiate ma il passaggio al digitale delle aziende italiane ha ancora bisogno di accelerare per essere al passo con le direttive europee in merito.
Le imprese italiane durante il Covid19 si sono rese finalmente conto dell’importanza della tecnologia, dei processi di automazione e della flessibilità in ambito lavorativo e alcuni aspetti molti processi hanno subito un’importante accelerazione. Bisogna ancora lavorare tuttavia sulla mentalità del lavoro e sull’approccio alla tecnologia, che non sempre è visto in maniera positiva, complice anche la scarsa preparazione di base.
In questo articolo abbiamo selezionato 5 aspetti cruciali nel rapporto tecnologia-impresa.
Indice
Impresa 4.0: modernizzazione degli strumenti
Per partire con la transizione digitale, il primo passo è sicuramente quello di modernizzare gli strumenti. Secondo l’Istat, il 60,3% delle aziende nel 2021 ha raggiunto un buon livello di digitalizzazione, ma di queste l’80% delle imprese che hanno tra i 10 e i 49 dipendenti, hanno un livello molto basso di adozione di ICT. Tra le innovazioni più adottate ci sono servizi cloud (60%), la presenza sui social media (50%) e dispositivi IoT (32,3%).
Tecnologia-impresa: attivare sistemi di controllo di gestione
Acquistare strumenti e programmi avanzati non basta però per attivare piani strategici che mettano al centro il digitale. Per interpretare i dati raccolti e renderli delle risorse di business bisogna attivare dei sistemi di controllo di gestione, ossia un insieme di metodologie, tecniche e programmi messi a disposizione di manager o responsabili di progetto per tenere sotto controllo in tempo reale l’andamento di un’azione aziendale, come ad esempio la vendita e la promozione di un prodotto. Ci sono numerose aziende come Dialog, specializzate nella realizzazione di software per il controllo di gestione e che forniscono ai clienti software personalizzati per ogni attività e in grado di realizzare report affidabili e immediati.Â
Utilizzare sistemi avanzati di cybersecurity
L’accesso alla rete espone le aziende a possibili attacchi hacker o virus per l’acquisizione di dati. È quindi necessario attivare sui propri software dei programmi che tutelano la sicurezza online con un livello di protezione commisurato al valore dei dati. Secondo l’Agi in Italia solo il 40% delle aziende si tutela in maniera efficace sulla sicurezza dei dati e il phishing è il primo vettore.
Oltre alla protezione garantita da software, è anche fondamentale formare i collaboratori in merito alla cybersecurity, insegnando loro policy di sicurezza personale, come la gestione delle password, l’autenticazione a due fattori.Â
Cambiamento della cultura del lavoro
All’inserimento in azienda di strumenti tecnologicamente avanzati e di tecniche digitali di controllo dei dati deve però aggiungersi un cambio di mentalità della cultura del lavoro. Ragionare sulla flessibilità significa modificare l’approccio al lavoro, rendendo i collaboratori liberi di arrivare all’obiettivo con metodi propri e calcolando il valore delle performance in base a qualità e riscontri economici.
I dati in cloud devono essere inoltre organizzati secondo criteri di massima accessibilità e facilità di consultazione, utilizzando tecniche di archiviazione utili per tutto il team che può accedere in ogni momento e da diversi dispositivi.Â
Formazione del personaleÂ
Per rendere la transizione digitale efficiente è fondamentale che il personale sia formato ad hoc, con corsi specifici e costanti, perché come abbiamo visto, la tecnologia si evolve in continuazione. In Italia tuttavia le competenze digitali sono molto basse rispetto alla media UE. Solo il 42% delle persone tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base, rispetto alla media del 56% UE.Â